Ripristino della popolazione di Pinna nobilis nell’AMP Isole Pelagie



Conosciuta come Nacchera di Mare, Pinna nobilis è il più grande bivalve del Mediterraneo, nonché una specie endemica del Bacino. Specie tipica del piano infralitorale, predilige le praterie di fanerogame, in particolare di Posidonia oceanica, ma vive anche su fondali mobili ghiaiosi, fangosi e sabbiosi, da pochi metri di profondità fino a circa 60 m. Fino a pochi anni fa, questo maestoso mollusco era parecchio diffuso lungo le coste Mediterranee, arricchendo il paesaggio sottomarino, contribuendo alla filtrazione dell’acqua e al consolidamento dei fondali. Recentemente, purtroppo, Pinna nobilis è stata inserita dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) nella lista delle specie criticamente minacciate di estinzione. Infatti, partire dal 2016, la Nacchera di Mare è caduta vittima di un parassita fino ad allora sconosciuto, Haplosporidium pinnae, che ne ha provocato una moria di massa in quasi tutto il Mediterraneo, con livelli di mortalità prossimi al 100%. Fortunatamente, alcuni individui si sono mostrati resistenti, e costituiscono un prezioso serbatoio per tentare il recupero delle popolazioni fortemente compromesse. Per questo motivo, lungo le coste di molti paesi Mediterranei si stanno moltiplicando gli sforzi per cercare di favorire l’insediamento di giovani individui della specie, al fine di permettere il recupero di popolazioni vitali, in grado di autosostentarsi. A partire dal 2021, anche l’Area Marina protetta Isole Pelagie ha deciso di reagire, avviando una collaborazione con il Prof. Marco Milazzo dell’Università di Palermo e col Dr. Giorgio Aglieri del Sicily Marine Center della Stazione Zoologica Anton Dohrn. L’obiettivo della collaborazione tra AMP Isole Pelagie, SZN e UniPA è quello di facilitare il recupero di Pinna nobilis in Mediterraneo attraverso un’opera di ripristino ambientale. Essa prevede la facilitazione del reclutamento, dell'insediamento e della crescita di giovani individui di Nacchera di Mare attraverso la raccolta delle larve trasportate dalle correnti durante il periodo di riproduzione, nei mesi di Luglio e Agosto. Il progetto prevede l’installazione di collettori in aree potenzialmente idonee al reclutamento di Pinna nobilis e il successivo recupero degli individui insediati, che vengono poi allevati in assenza di predatori fino al momento in cui possono essere reintrodotti in natura. Il primo tentativo, condotto tra l’estate e l’autunno 2021, non ha, purtroppo, avuto esito positivo. Nonostante ciò, esso ha permesso di recuperare preziose informazioni sulla presenza di altre specie nell’area, alcune delle quali di origine extra-mediterranea.  Il progetto, insieme ad altri avviati tra l’AMP Isole Pelagie, SZN e UniPA, proseguirà negli anni a venire, con l’intento di mettere al riparo Pinna nobilis da una possibile estinzione e di proseguire col monitoraggio delle popolazioni di specie bentoniche non indigene.